Cure intermedie ed RSA: che accade con la dimissione ospedaliera?

Un nuova frontiera di assistenza delle Residenze per Anziani


28 Febbraio 2020 | PUBBLICATO DA Gruppo La Villa

Cure intermedie ed RSA: che accade con la dimissione ospedaliera?

Un ricovero ospedaliero è una situazione comune, che accade più di una volta nella vita, magari per via di un piccolo intervento, o per una cura particolare da effettuare in ospedale. Succede, però, che si possa uscire da questi percorsi non ancora in piena forma e non ancora pronti al rientro nella propria casa, come nel caso di un intervento a un’articolazione. Per questo, da anni è nata una nuova frontiera di assistenza in RSA fatta di percorsi dedicati al ricovero post-ospedaliero, e che prendono il nome di “Cure Intermedie”.

Vediamo insieme di cosa si tratta.

Cure intermedie, tra dimissione ospedaliera ed RSA

Proprio così: le cure intermedie post-ospedaliere – come dice il nome stesso – sono terapie, per lo più riabilitative – che aiutano i pazienti a recuperare il pieno della propria forma. 

Si tratta, infatti, di veri e propri soggiorni ideati per le persone che, in genere, hanno superato i 65 anni e che garantiscono un recupero totale anche dopo un evento acuto o riacutizzato per tutti quei pazienti che si trovano ancora in situazioni non così gravi da richiedere una permanenza nel reparto ospedaliero, ma ancora non sufficientemente stabilizzati per tornare a casa. Quanto dura la permanenza? Fino a un massimo di 60 giorni (anche se alcune regioni in Italia prevedono soggiorni anche più lunghi) e a partire da un minimo di 30 giorni. 

Il Gruppo La Villa è sempre più attento a questa tipologia di esigenza e già dispone di un piccolo nucleo dedicato alle Cure Intermedie in Lombardia, presso RSA Pascoli, a Cucciago (Como) e si sta attivando per l’apertura di nuovi nuclei anche in Toscana.

Patologie accettate in RSA e soggiorni climatici

Le cure intermedie non sono l’unico motivo per il quale una persona può trovarsi a soggiornare per un periodo breve presso un Rsa. Avrete infatti sicuramente sentito parlare dei “soggiorni climatici”, o temporanei: ebbene, questo servizio è richiesto soprattutto durante l’estate, o in assenza del caregiver principale. Si tratta di un periodo che va dai 10 ai 60 giorni dove ogni senior può contare sull’assistenza dedicata a tutti gli ospiti delle strutture, ma senza che il soggiorno sia stabile e definitivo, a prescindere dalla presenza o meno di una patologia cronica tipica dell’età senior.

Ma, soprattutto, il soggiorno climatico può rappresentare un toccasana per mente e corpo: infatti, la quotidianità durante questi periodi è davvero ricca, fatta di tempo all’aria aperta, attività culturali e ludiche, con un’unica finalità, quella di ritrovare una condizione psico-fisica ottimale e, perché no, scoprire alcuni nuovi interessi da portare con sé nella propria casa!