Italia: il paese degli “anta”


Italia: il paese degli “anta”

Italia: il paese degli “anta”

15 Giugno 2018

PUBBLICATO DA Redazione

Si chiamano indicatori demografici e sono la cartina tornasole che rivela l’età media della popolazione di un paese. In Italia, il paese degli “anta”, il trend è ormai chiaro da diversi anni: la longevità cresce, ma la fascia della popolazione under 45 si restringe.

Quali sono le prospettive future legate all’invecchiamento della popolazione? E quali i risvolti a livello farmacologico e di cura? Tracciamo insieme un interessante fil rouge sulla situazione.

Nel paese degli anta viviamo più a lungo

Oggi, come testimonia una ricerca ISTAT, la speranza di vita è aumentata. Negli uomini ha raggiunto gli 80,6 anni , trend invariato dal 2016, e nelle donne gli 84,9 anni: il tasso di mortalità maschile si è abbassato e, se confrontiamo questo dato con quello relativo alla longevità femminile, vediamo che la forbice si riduce a soli 4,3 anni di differenza. Si tratta divario più basso registrato dal 1955!

L’età media è sempre più alta

L’età media della popolazione supera i 45 anni: le persone vicine all’età della pensione sono aumentate del 2,4% rispetto al 2008, mentre le fasce della popolazione in età lavorativa o formativa sono rispettivamente scese di 1,6 e 0,7 punti percentuali.

Le necessità di cure più estese sono concrete

Con l’invecchiamento della popolazione, la sanità fa passi da gigante: nuovi progetti e nuove cure rispondono a patologie un tempo difficili – se non impossibili – da curare.Le ricerche in campo medico, l’evoluzione della medicina d’urgenza e di quella specialistica si sono rivelate alleate nella crescita dell’aspettativa di vita ma, d’altra parte, le malattie croniche sono diventate molto comuni, soprattutto in età avanzata. Per esempio la demenza, un tempo meno conosciuta e diffusa, oggi sta registrando un forte aumento: in Italia, i malati di Alzheimer sono pari al 4% della popolazione over 65; fattore da inserire in un’ottica di crescita: nel 2050 gli ultra 65enni rappresenteranno il 34% della popolazione

L’importanza di dedicare più attenzione alle categorie fragile

Quando cura fa rima con ascolto e attenzione: il diffondersi di progetti sperimentali e di cure dolci come alternativa alle terapie farmacologiche rappresenta un progresso nella medicina e nella cura di chi è più fragile. 

In particolare, attività come pet therapy, ortoterapia, teatro e arteterapia, ma anche stanze sensoriali e percorsi wandering sono oggi percepite come vere e proprie terapie per patologie degenerative a livello cognitivo, e inserite in RSA, o nelle strutture dedicate alla cura e all’assistenza della fascia della popolazione interessata da demenza e Alzheimer, come parte integrante dei programmi quotidiani di cura e assistenza. Gruppo La Villa ha fatto di queste particolari attenzioni un progetto ben preciso, integrato nella quotidianità degli ospiti e dei loro familiari.

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